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Film: La Prima Neve,
Regista: Andrea Segre
Storia: Andrea Segre:
Con Matteo Marchel,
Jean-Cristophe Folly, Anita Caprioli
Genere: Drama, 104 minuti
Anno 2013
Festival del
Cinema Italiano, Lisbona
Un
fenomeno naturalissimo per gli abitanti di pergine, paesino situato nele
montegne del Trentino, Per Dani sarà una delle più belle e più grandi scoperte
della sua vita. Dani è un giovane imigrante, nato nel Togo, ma arrivato in
Italia come rifugiato di guerra di Libia. Vedovo, con una figlha di un anno, di
cui non sa come occuparsi, sofrendo un profondo dolore per la morte della moglie amata, una solitudine indescrittibile
e forse una crisi di identità, comincia a lavorare come carpintiero, per
rimanere legale in Italia e per ottenere i documenti ed andarsene a Parigi,
dove pensa trovare una vita milhore. Nel paesino conosce un anziano apicultore,
la sua nuora e Michele, nipote de dieci anni, che si sente solo, abbandonato e
triste per la perdita non-aspetata e precoce del padre. Il bambino non ha
fratelli, il suo rapporto con la madre è troppo dificile, tenso e confuso,
perche lui vuole colparla per la norte del amato padre. Cerca
aiuto presso lo zio Fabio, ma è deluso e affettato, quando scopre che lui è l’amante
della sua madre.
Conoscendosi melho, Dani e Michele cominciano a costruire
un raporto profondo, pieno di fiducia, amicizie e sincera admirazione per il
mondo, le emozioni, le paure, le preoccupazioni, la gioia l’uno del altro.
Il film trata dei problemi attuali nella società italiana contemporanea: l’ immigrazione, la cerca dell’ identità, i raporti fra le persone e i
luoghi, la solitudine, l’ isolamento, la deprivazione emozionale e l’incapacità
di amare di nuovo, con la constante paura di essere troppo sensibile o di
mostrare la volnerabilità.
“Le cose di stesso odore debono rimanere insieme,” sono le
parole del anziano che si riferiscono al legno e alla miele, ma che faranno Dani
riflettere e dire che non sa mai che odore ha.
Il film gioca con gli stereotipi, con la visione dell' Altro, che sempre sembra strano, per essere diferente, ma questa volta non ci
sono i tipici stereotipi del africano come brutto, ignorante, di una enorme
forza fisica, che non sa niente della vita ed incontra ostacoli ad ogni passo,
per non capire la civilizazione europea. Dani è crescuto in una città grande,
con tutte le infrastrutture necessari, parla italiano senza sbagli, sa anche
francese, ha viaggiato, non conosce molti proverbi popolari e non è
familiarizzato con il mondo degli animali. Michele ed il suo nonno, però,
vivono in campanha, non parlano l’ italiano correto, non hanno paura della
natura e degli suoi secreti, completando così i conoscimenti, i saperi prattici
e arrichindo la sperienza di vita di Dani, che, quando finalmente riesce
ottenere i documenti per legalizzarsi in Italia e per riuscire realizzare il
sogno de andarsene a Parigi, decide rimanere, perche la prima neve e i suoi
nouvi amici, il dolore superato e la sensazione che la sua figlia è ben ricevuta
lo fanno cambiare idea e creare le nuove radici e i nuovi rapporti nel paesino
italiano dove ha scoperto la plenitudine e la felicità.
È una storia emozionante, che parla del dolore, ma anche
della possibilità de transformarlo in una nuova energia, dipendendo della
perspettiva di osservare la sofferenza e la vita con tutta la belleza nascosta
dentro del suo percorso. È un desiderio di apartenere a qualche luogo, di avere
con chi compartire i momenti indimenticabili di communicazione, tenerezza ed
amore, è ricomincare senza paura, credendo sempre nel futuro e sperando una
vita migliore.